“Il vecchio mondo sta morendo, quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”. Antonio Gramsci
L’immortale e sempre attuale classico di Oscar Wilde, “Il ritratto di Dorian Gray”, rivive sul palco del Piccolo Teatro “Valerio Cappelli”, grazie alla suggestiva interpretazione dei giovanissimi attori del “Teatrovocantando”. “Nel regno di Dorian – L’atelier d’artista”, il titolo dello spettacolo in scena questa sera alle 20.30 (ingresso su invito – info: 347.7842039) con la solida ed esperta regia di Giuliana Satta, che firma anche adattamento drammaturgico, videoscene e musica.
Protagonisti: Andrea Marangi (Dorian Gray), Angelo D’Alessandro (Lord Henry Wotton), Claudia Locorotondo (Basil Hallward), Giorgia Latagliata (Sibyl Vane), Pablo Bianchi (James Vane), Antonio Erario (Lord George Fermor), Cecilia Schiavone (signora Vane), Roberta Miola (Duchessa Gladys), Andrea Caramia (Alan Campbell), Giorgia Laddomada (Lady Alice Chapman), Emanuela Fumarola (Hetty Merton), Giovanna Nisi (Modella Cantante), Lucrezia Caramia (Modella Cantante), Laura Cofano (Modella Cantante), Fabiana Caramia (Modella). Scenografie: Carmelo Sumerano, Coreografie: Francesca Ruggieri.
A comporre il cast tecnico: Pablo Bianchi (Ritratto di Dorian), Fabiana Caramia (Fotografia atelier/backstage), i ragazzi del Teatrovocantando (Costumi), Pino Dimichele (Tecnico audioluci), Domenico Maffei (Riprese video), Alessandra Maggi (Fotografia), Maria Luigia Satta (Assistenza legale), Lucia Pia Fedele (Comunicazione), Ser Martina di Luca Genco (Antincendio). Lo spettacolo, il cui ricavato sarà devoluto in larga parte al Centro diurno Emmanuel di Taranto, si avvale del patrocinio del Comune di Martina con il supporto di Uilt e Arci:
“Siamo a cavallo tra due epoche artistiche e storiche – evidenzia Giuliana Satta nelle sue note di regia – Un passato, Il Romanticismo, caratterizzato da una irresistibile, ma consapevole e sofferta attrazione per tutto quanto appariva indefinito, ignoto, misterioso, soprattutto guidato e ispirato dal sentimento ed un futuro, la belle époque, dove le scoperte scientifiche sembrano accavallarsi al desiderio di immortalità e di eterna giovinezza in quanto ossessione compulsiva del bello e della perfezione nell’arte, dominata dai sensi e dall’estetismo.
In mezzo l’Era Vittoriana, estremamente puritana, carica di grandi contraddizioni nella società, con divari sociali notevoli e stili di vita agli antipodi tra le classi che riflettevano le preoccupazioni dell’epoca riguardo alla natura, alla religione, alla società, alla psiche ed alla politica. In questo chiaroscuro Il ritratto di Dorian Gray, scritto nel 1890 che, apparentemente, racconta di un giovane modello, figlio dell’aristocrazia inglese, il quale reagisce al timore di perdere la propria giovinezza e bellezza esteriore stipulando un patto col diavolo per eternizzarle in cambio della sua anima. Trasformata in un mostro, l’anima viene nascosta per occultare a sé stessi e agli altri il proprio livello di degenerazione e manipolazione affettiva.
Il ritratto di Dorian Gray mette in evidenza l’orrido celato nel reale: da manifeste distanze sociali ad aberrazioni psichiche derivanti da un passato di cui vendicarsi. Ha connotati del SUBLIME (dal latino sublimis, composto di sub ‘sotto’ e limen ‘soglia’: ‘che giunge fin sotto la soglia più alta‘), quel peculiare sentimento, misto di terrore e piacere, che sottende la vista di qualcosa di eccelso e spettacolare, capace di colpire e “innalzare” l’animo dello spettatore.
E’ sublime ciò che turba e persino spaventa ma che, inspiegabilmente, e proprio per questo motivo, attrae. Il suo metaverso è il ritratto. In questo caso i crimini sono compiuti da questi, lasciando intatta la materia. L’artista è il creatore di cose belle. Ma l’Arte è Amore. Ha bisogno di esprimersi nel tempo. Ogni gesto compiuto con superficialità o supponenza è una piega stropicciata sulla nostra coscienza.
Dorian Gray, Kurt Cobain, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Amy Winehouse, James Dean e tanti altri hanno scelto di stropicciarsi, relegando la propria arte nel battito di una vita consumata in fretta”.
